2 Aprile: Webinar su Plantari e materiali

Podartis è lieta di condividere con il proprio pubblico, per la prima volta, le Linee guida per l’uso di Materiali High Tech e per la realizzazione di ortesi plantari su misura

Linee guida per l’uso di Materiali High Tech e per la realizzazione di ortesi plantari su misura

Podartis investe da decenni in ricerca e sviluppo per creare prodotti innovativi e realizzare materiali hi-tech. Forti del nostro know-how sui materiali, che da sempre ci contraddistingue, abbiamo deciso di organizzate il primo corso avanzato su Plantari e Materiali.

Affronteremo la storie dei materiali per ortesi e analizzeremo le diverse tipologie offerte del mercato.
Partendo da questa analisi arriveremo poi alle diverse applicazioni pratiche.

Come sempre avremo ospiti d’eccellenza al nostro fianco:

  • Ing. Filippo Goi: parte del team di Ricerca & Sviluppo di Vibram sui nuovi materiali, da anni supporta Podartis nella creazione dei materiali High Tech
  • Dr. Daniele Simonetti: podologo, posturologo e specialista nella cura del piede diabetico; podologo sportivo presso UC Sampdoria, AC Milan (settore giovanile), pallacanestro Olimpia Milano
  • Dr.ssa Camilla Avagnina: podologa e dottoranda in Medicina e ricerca traslazionale, specializzata in chirurgia minimamente invasiva del piede.
  • Dr. Camillo Buratto: CEO e responsabile ricerca e sviluppo in Podartis, studia il trattamento ortesico del piede diabetico da più di 30 anni

Q&A

QUESITO 1

Domanda: Gli ultimi studi in letteratura parlano sempre più spesso di valutazione dinamica, perché non usare plantari dinamici?

Risponde il Prof. Carlo Caravaggi: concordo completamente nell’utilizzo di plantari dinamici, salvo che nel caso del piede diabetico ove rimane sempre lo standard care, non il gold standard.

Risponde il T.O. Marco Zimbile: il calco preso in dinamica tiene conto del carico e quindi della pressione dei metatarsi nella loro massima flessione plantare e quindi in massima protrusione durante la marcia, cosa che non potrai mai realizzare in statica tantomeno in una schiuma fenolica.

QUESITO 2

Domanda: Un plantare realizzato su impronta in carico statico, con scanner laser è più attendibile di uno in gesso fuori carico considerando i tessuti molli? 

Risponde il Prof. Carlo Caravaggi: non sono assolutamente d’accordo sulla maggiore attendibilità dello scanner laser poiché spesso sono necessaria modifiche che vengono apportate direttamente dal tecnico prima del calco stesso. Starei molto attendo a dire che lo scanner laser sia impiegabile nel piede diabetico in quanto mancano evidenze scientifiche e non vi è alcuna indicazione nelle linee guida recentemente pubbliche (maggio 2019 recentemente in pubblicazione).

Risponde il T.O. Roberto De Toma: è chiaro che quello che fa la differenza è la parte clinica, la valutazione di quello che si deve realizzare. Con il calco preso in semi carico si può realizzare una forma più vicina possibile a quello che è la morfologia del piede non c’è bisogno di fare correzioni, il piede deve essere solo alloggiato. Si possono usare altre tecniche di realizzazione dove ci troviamo in grado di rischio 0/1, non con delle deformità importanti.

QUESITO 3

Domanda: Se non “ingesso” la volta plantare come correggo un piede piatto?

Risponde il Dr. Daniele Simonetti: ingessando non vai a dare la elasticità alla volta e soprattutto a comprimere il fascio vasconervoso. Bisogna fare attenzione a mantenere l’elasticità.

QUESITO 4

Domanda: Bisognerebbe valutare anche le strutture soprastanti per avere un prodotto su misura più vicino al 100% così come anche lo studio dei materiali e delle correzioni nel predisposto dovrebbero integrare queste valutazioni?

Risponde il Dr. Pietro Picotti: assolutamente si, la valutazione deve essere a più livelli, morfologico, strutturale, biomeccanico, funzionale, neuro-muscolare, vascolare, del piede e dei segmenti a monte: in caso di artrosi, ad esempio dell’anca, avremo un probabile condizionamento di funzionalità dinamica anche a carico del piede; così altrettanto in caso di alterazioni del controllo neuro-motorio, ecc. ecc.

QUESITO 5

Domanda: Perché i FANS non sono raccomandati ai diabetici?

Risponde il Dr. Daniele Simonetti: non sono raccomandati perché c’è un aumento del rischio di malattia renale cronica.

Risponde il Prof. Carlo Caravaggi: non sono raccomandati in quanto sono la prima causa di insufficienza renale acuta anche nei pazienti con apparente normo funzione. In particolare occhio al filtrato glomerulare anche con normo funzione!

Risponde il Prof. Luigi Uccioli: i FANS non sono controindicati nei diabetici, vanno però utilizzati con molta accortezza, soprattutto se il paziente presenta segni di nefropatia come la presenza di microalbuminuria significativa, macroalbuminuria o iniziale rialzo della creatinina.

QUESITO 6

Domanda: Vorrei sapere a livello di retropiede quale inserto inserire tra dissipatore o ammortizzante in base agli sport tipo calcio, corsa, ecc…

Risponde il Dr. Pietro Picotti: la scelta andrà effettuata in base non solo al tipo di sport ma anche in base alle caratteristiche dell’atleta: in alcuni sarà preferibile dissipare in altri prediligere un’azione stabilizzatrice o ammortizzante. 

Risponde il Dr. Daniele Simonetti: dipende dal caso clinico in questione e dallo sport specifico. Ad esempio in tallonite nel calciatore preferisco un dissipatore soprattutto nella fase acuta.

QUESITO 7

Domanda: Per il Dr. Daniele Simonetti, ti trovi spesso a correggere piedi negli sportivi o preferisci semplicemente scaricarli?

Risponde il Dr. Daniele Simonetti: prevalentemente si scarica… Capita anche di correggere in alcuni casi, difficilmente il calciatore professionista accetta una correzione invasiva. Il gioco tra lo scarico e la correzione (sostegno) è sempre legato alla ricerca dell’armonia della distribuzione del carico che non può essere eliminato ma solo trasferito e questo concetto è valido per ogni situazione che sia lo sportivo o il diabetico (vedi legge antigravitaria).

QUESITO 8

Domanda: Seguo molti sportivi, tra cui diversi runners a livello nazionale, per mia esperienza occorre stare molto attenti ad effettuare correzioni per tali tipologie di atleti. Quali sono le vostre indicazioni in merito?

Risponde il Dr. Pietro Picotti: gli atleti professionisti hanno spesso carichi molto rilevanti: pertanto le correzioni sono sempre molto difficili; gli atleti hanno molti condizionamenti anche da scarsa cultura ed esperienze negative; meglio integrare il lavoro ortesico con percorsi riabilitativi o di riprogrammazione motoria per integrare la correzione con gli automatismi di movimento e con i vecchi schemi motori, molto consolidati da “resistenze” mio-fasciali legate ai sovraccarichi di allenamento e/o di precedenti micro-macro-traumi. La disfunzione o patologia del piede è spesso frutto di un anomalo gesto motorio o meglio legato ad un alterato controllo propriocettivo-posturale. Test scientificamente validati lo stanno sempre più documentando!

Risponde il Dr. Daniele Simonetti: pienamente d’accordo, correzioni no soprattutto nei calciatori per non scompensare il sistema propriocettivo posturale.

QUESITO 9

Domanda: A livello posturale quindi, considerando il piede come organo di senso, che metodica consiglia per realizzare un’ortesi?

Risponde il Dr. Pietro Picotti: dipende dal livello di controllo ed efficienza del sistema propriocettivo-posturale; tenendo presente che ortesi rigide aumentano il deficit propriocettivo, alterano lo stimolo sensoriale e il controllo muscolare. Non esiste una soluzione uguale per tutti, preferisco correzioni ortesiche su calco su misura, con minime correzioni iniziali, che progressivamente verranno aumentate dopo alcune settimane.

Risponde il Dr. Daniele Simonetti: personalmente consiglio propriocettivo o neurosensoriale.

QUESITO 10

Domanda: Perché con il cad-cam non posso realizzare l’elica podalica?

Risposta: con il sistema cad-cam si possono realizzare il 90% delle ortesi plantari, l’importante è non usare l’algoritmo.

QUESITO 11

Domanda: Cosa usare al posto del noene in caso di tallodinia?

Risponde il Dr. Pietro Picotti: uno Shorty è indicato, un’ortesi su misura è il top.

Risponde l’Ing. Filippo Goi: il noene è molto elastico, suggerisco un materiale dissipatore come inserto e un rivestimento a bassa densità.

QUESITO 12

Domanda: Per tallonite, nel caso di un paziente con nessun problema, si confeziona solo un plantare di scarico per evitare eventuali problemi? Cosa useresti come inserto al tallone e come inserto all’avampiede al fine di migliorare la propulsione?

Risponde l’Ing. Filippo Goi: Dubito si possa avere un effetto propulsivo sul passo soltanto con un inserto sul tallone. Suggerisco di utilizzare un materiale dissipatore in grado di ripristinare il suo spessore, almeno nel tempo dell’oscillazione dell’arto (<1 sec). Schiacciate tra le dita un campione di materiale e osservate in quanto tempo ritorna al suo spessore originale.

QUESITO 13

Domanda: Mi interessava il discorso del semicarico e bipodalico nella presa misure; spesso mi è stato consigliato il bipodalico con l’utilizzo di schiume fenoliche “alte” in modo che i carichi fossero rappresentati al meglio. Perché pensa che il semicarico sia più “veritiero” nella localizzazione di carico o deformità?

Risponde il T.O. Roberto De Toma: Ci sono varie tecniche e vari modi di interpretare l’impronta in schiuma. Se si prende in carico un paziente in posizione eretta è difficile (non impossibile) controllare la sottoastragalica. In semicarico è più facile controllarla in quanto il paziente è seduto e rilassato. Ciò non toglie che la differenza in entrambi i casi sia la stilizzazione del calco previa un’accurata analisi clinico-funzionale del paziente.