La corsa e l’attività fisica negli junior senior: come, quando e perché?

La più recente e autorevole letteratura scientifica riporta con numerosi studi gli indiscussi benefici dell’esercizio fisico sulla salute degli individui over 55.

La più recente e autorevole letteratura scientifica riporta con numerosi studi gli indiscussi benefici dell’esercizio fisico sulla salute degli individui over 55.

La giusta dose di corsa è associata ad una sostanziale riduzione del rischio cardio-vascolare e di tutte le cause di mortalità, comprese quelle tumorali. Sono ottimali livelli medio-bassi di corsa, non superiori a 75 minuti/settimana secondo le linee guida americane, per ottenere i massimi scopi benefici. Sicuramente il forte impatto benefico dell’attività aerobica è da imputare al contenimento dell’obesità e del peso corporeo con positive ripercussioni anche sul rischio di osteoartrosi, disabilità ed insufficienza respiratoria. 

La corsa si sta sempre di più diffondendo tra gli over 50 anche perché in base ad evidenze scientifiche è in grado di mitigare le conseguenze negative degli stress da lavoro.

L’attività fisica in carico dimostra un riconosciuto effetto sulla riduzione del rischio di osteoporosi e di sarcopenia.

Si evidenziano in letteratura già anche gli effetti benefici del nordic walking: il cammino con le bacchette si sta sempre di più diffondendo tra i soggetti over 55 con indiscussi effetti positivi metabolici e di stabilità meccanica.

Non è solo importante considerare l’intensità della corsa e dell’attività fisica, ma è necessario definire tutte le condizioni in cui queste si esplicano per agire in sicurezza. Il piede è di certo il distretto biomeccanico che riceve elevate sollecitazioni durante l’esercizio e può andare in sovraccarico. La protezione del piede avviene con la scelta delle calzature adeguate e l’eventuale associazione con plantari. Il dolore del piede compare più frequentemente nel sesso femminile dopo i 50 anni: in questo momento critico della vita può avvenire uno scompenso pluri-fattoriale con cause biomeccaniche e metaboliche. Spesso si può verificare che un piede pronato, compensato nella fase precedente della vita, vada incontro ad uno squilibrio funzionale con comparsa ed aggravamento di alluce valgo, deformità delle dita e metatarsalgia.

Il precipitare della situazione può essere favorito da più cause che si ripercuotono sul piede: obesità, diabete, problemi vascolari o reumatici ed invecchiamento dei tessuti. La riduzione della mobilità articolare ha sicuramente un ruolo chiave.

Concludendo, per ciascun soggetto junior senior che svolga corsa o attività fisica occorre scegliere in maniera personalizzata la calzatura più adatta in considerazione del rischio di sovraccarico e delle eventuale presenza di deformità a livello del piede. Per gli individui con ridotta mobilità articolare può essere indicata l’attività fisica adottando una suola semirigida che determina minori sollecitazioni a livello articolare ed evidenzia una migliore distribuzione delle pressioni plantari.